“Alla scoperta dei giochi di una volta”, anche così gli ospiti dello Sprar di Avola si integrano nel tessuto cittadino

“Alla scoperta dei giochi di una volta”, anche così gli ospiti dello Sprar di Avola si integrano nel tessuto cittadino

Integrazione ed accoglienza passano anche attraverso i giochi. Il centro Sprar di Avola, gestito dall’Associazione Santo Stefano Onlus ha infatti avviato il progetto dal titolo:   “Un tuffo nel passato, alla scoperta dei giochi di una volta” un’iniziativa ideata e curata dalla docente di lingua italiana del centro Sprar Siproimi di Avola Patrizia Forte.

Il progetto è nato da una coprogettazione con il comune di Avola circa sette anni fa che ospita uomini e donne provenienti dai paesi terzi che vengono accolti in strutture di seconda accoglienza al fine di consentire l’integrazione con il Paese ospitante.

“Non vi è buona integrazione senza una buona accoglienza, ma è vero anche il contrario, non è possibile accogliere se non si è in

 grado di integrare chi è già nel nostro Paese”, queste le parole del Presidente dell’Associazione Giuseppe Cascio il quale continua affermando che: “la capacità dimostrata di sapere gestire un fenomeno così difficile – pur tra difficoltà che non vanno negate, ma affrontate e risolte – ha trovato un punto di forza  nella descrizione delle tante iniziative, che con molti sforzi hanno contribuito ad una gestione equilibrata del fenomeno migratorio in città”.

“L’intento perseguito, con l’ideazione di questi laboratori – ha dichiarato la professoressa Forte –  è far conoscere il mosaico di iniziative, attuate grazie allo straordinario lavoro di rete con alcune realtà presenti sul territorio. Con questo lavoro si è voluto dare rilievo alle tante iniziative avviate negli ultimi anni dagli operatori del Centro, agli sforzi continui delle persone che lavorano nel sistema di accoglienza e sottolineare come l’integrazione, sia prima di tutto una battaglia di educazione culturale, che deve impegnare non solo le istituzioni, ma tutti i 

corpi sociali nella consapevolezza, conclude  Fernanda Bianca Coordinatrice del Progetto,  che accoglienza e integrazione sul territorio sono garanzia di una convivenza pacifica. Va tuttavia sottolineato che occorre esigere da chi viene accolto nel nostro Paese l’assolvimento di un patto fondato sull’impegno a conoscere la nostra lingua, a rispettare le nostre leggi e a condividere i valori fondamentali della nostra Costituzione”.

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