Dove non batte il sole, presentato a Solarino romanzo di Carmelo Sardo
E’ stato un incontro di grande emotività, un pezzo del mondo delle carceri portato all’interno dell’aula del Consiglio comunale di Solarino, dove è stato presentato l’ultimo romanzo di Carmelo Sardo, “Dove non batte il sole”. La narrazione, ma soprattutto l’intensità del rapporto con il pubblico ha reso unico l’evento molto coivolgente. Carmelo Sardo, peraltro, ha un record: ha presentato a Solarino tutti e cinque i suoi libri, in un contesto di relazioni con il territorio molto antiche, legate ai luoghi ed alle persone.
La struttura del romanzo è quella classica, secondo lo schema reso indimenticabile dall’analisi storico sociale di Leonardo Sciascia o dai noir di Andrea Camilleri. In un luogo della Sicilia, che Sardo chiama Rammusa, vengono assassinati marito e moglie nella loro gioielleria. Lì, la mafia non spara più da anni e le indagini puntano subito sul figlio della coppia, Stefano Macrì, studente universitario di 27 anni. Si evolve, quindi, un’intrigante trama che mette insieme elementi di fantasia con la grande esperienza di cronaca giudiziaria che Carmelo Sardo ha accumulato nella sua lunga carriera giornalistica da caporedattore del Telegiornale di Canale 5. La sua è, comunque, una storia professionale molto lunga, cominciata al Giornale di Sicilia ed a Tele Akragas, ad Agrigento. Con un fatto di cronaca che, da giovanissimo cronista, lo ha segnato professionalmente, l’omicidio del giudice Livatino. Comincia così un percorso di cronaca nera e giudiziaria che lo ha portato a seguire i grandi casi di mafia, fino a raccontare storie di carcere ostativo, di “fine pena mai”, che lo hanno messo in contatto con un’umanità dolente, le cui fortissime vibrazioni emotive entrano di forza nei suoi romanzi (cinque finora), donando al lettore ed all’intera società civile reali testimonianze di storie vere, di denunce sociali che colpiscono nel profondo dell’anima. Storie di redenzione e d’amore, che hanno radici profonde nella storia giudiziaria italiana, entrati nel dibattito sociale con termini come “41 bis”, “4” bis”, “416 Bis”, carcere duro, reati ostativi, associazione a delinquere di stampo mafioso.
La presentazione è stata molto articolata. Ha esordito Maria Burgio, con un’appassionata lettura dell’incipit del romanzo, e di altri toccanti brani letti, intermezati da brani musicali, eseguiti dal chitarrista, Fabio Barbagallo, ed interventi dell’autore.
Il dibattito è stato moderato dal giornalista ed editore Silvio Aparo, mentre ha tenuto la relazione introduttiva la professoressa Manuela Spina. E ’stata lei ad aprire i lavori, con un appassionato ed articolato exursus sulle opere di Carmelo Sardo, che hanno il comune denominatore di essere strettamente legate al lavoro di cronista dell’autore, attento testimone del divenire della quotidianità, della sorda sofferenza che inevitabilmente porta la narrazione del male.
“Sono storie di perdizione, ma anche di riscatto – ha detto la professoressa Spina – dove l’amore è sempre presente”
Storie di dannati, condannati al carcere a vita, i quali, comunque, dopo decenni trascorsi tra le quattro mura di una cella, riscoprono la voglia di studiare, amare la vita, comprendere se stessi e gli altri. Accade allora che uomini senza scrupoli, come ad esempio il killer del giudice Livatino, dopo oltre trent’anni di carcere siano radicalmente diversi, persone hanno pagato e compreso quanto vale la vita umana.
In chiusura è intervenuto il sindaco di Solarino, Peppe Germano.