A Floridia “Umore e luce”, bere vino con l’atmosfera degli Anni 70

A Floridia “Umore e luce”, bere vino con l’atmosfera degli Anni 70

di Paolo Rubera

Quando giorni fa, una cara amica ci suggeriva, per l’appuntamento ormai consolidato della nostra convivialità mensile con degli altri amici,  di provare la: cantina sicula “Umore e Luce” di Gianluca a Floridia in via Ariosto, 1, ho avuto un deja-vu. Non so perché, questo invito la mente mi riporta alle mie prime esperienze, appena diciottenne, delle vecchie cantine a metta anni 70: unici luoghi di trattenimento dopo sfinite giornate di lavoro o di studio. Erano quasi sempre situate in vecchi locali dai soffitti a volte; luoghi in cui si facevano abbondanti bevute di buon vino accompagnati dalle inimitabili uova sode. Nell’aria vi era un aroma di vino, suppellettili composti da tavoli in legno con diverse incisioni, le tipologie degli intagli  derivavano degli avventori che si sedevano nei vari tavoli. Le sedie, anche esse in legno, erano con la seduta in paglia di fiume. Sulle pareti trovavano posto: grossi imbuti appesi, boccali di varie misure, su dei ripiani ortogonali; quello più usato era il quartino la misura più richiesta. Per finire la regina delle cantine: le botti in legno. Ho meglio: le barriques. Piccole botti in legno dalle capacità comprese, normalmente, tra le 225 e 288 litri ed utilizzate sia per conservare, sia per affinare il vino. Erano messe a ridosso ed impilate nella parete più lunghe del locale, su appoggi di legno riciclato. Accompagnato da questi ricordi, entrando nella cantina realizzo immediatamente che gli anni sono trascorsi velocemente e che la modernizzazione ha preso d’assalto anche questo ambiente. Introducendomi, nel locale, avverto che il classico profumo che emanano le vecchie botti, messe in fila, non si avverte più. Sono state sostituite da portabottiglie, in questo caso, in metallo e bottiglie di vino di diverse forme. Nonostante questo, il locale emana un fascino tutto suo, non solo per i muri in pietra grezza lasciati a vista, ma per i reperti archeologici: testimonianza di società passate. Si può scorgere un antico pozzo d’acqua e resti di blocchi di pietra.

(foto del locale interno)

Passando al tema gastronomico, è sostanzialmente una cucina di casa su base di alimenti freschi. Il pezzo forte della casa è : la porchetta viterbese. Veramente buona. Una accoglienza, una ricettività ed un ambiente degni di nota. La carta dei vini si nota che c’è: ricerca, buoni gusti, passione ed una coerenza organica. Una nota con qualche linea in chiaroscuro e sulla quantità del vino a calice, un po’ inferiore agli standard dei sommelier. Basterebbe un dito in più a bicchiere per lasciare tutti “felici e contenti”.

paolo rubera

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