La prossima volta non ci lasceremo sorprende dal couscous di pesce. (Il couscous è una cosa seria)

La prossima volta non ci lasceremo sorprende dal couscous di pesce. (Il couscous è una cosa seria)

di Paolo Rubera

Siracusa, 20 giugno 2024. L’assassino torna sempre sul luogo del crimine per verificare che sia stato fatto bene. Non proprio in questi termini, ma sicuramente sono tornato, dopo moltissimi anni, al ristorante “La Medusa” di Kamel in via Santa Teresa, 23 a Siracusa, nel cuore di Ortigia. Sono tornato per assaporare un bel piatto di couscous di pesce e con esso ritrovare i profumi di spezie e di pesce che sa ancora di mare nel piatto più caratterizzante preparato da Kamel sin dal suo esordio nel campo della ristorazione, almeno queste erano le mie intenzioni. Il locale è stato rimesso a nuovo, l’accoglienza cortese, personale premuroso. Servizi igienici impeccabili, acqua calda dai rubinetti, cosa rara per molti ristoranti. Non ho valutato le altre offerte del locale, in quanto volevo gustare il couscous di pesce, quindi sono andato dritto all’obiettivo.

 Nella scelta del vino la prima manchevolezza, una cantina sprovvista sia delle etichette storiche che di quelle più in voga del momento, poche le aziende vinicole presenti, quindi, a questo punto ho optato per un prosecco, Il fresco Villa Sandi.

Preparare il couscous, mi rendo conto, non è un’impresa facile, comporta parecchie fasi nella sua lunga esecuzione, non è un caso che da Kamel si prepara una volta alla settimana, precisamente il giovedì e non dispiacerebbe trovare un piatto che conservi ancora il sapore della tradizione e della cultura di appartenenza del ristoratore.

L’aspetto era invitante, purtroppo al primo assaggio ci si rende conto che qualcosa non funziona. Sul fondo del piatto era adagiato il couscous amalgamato con polpa di pomodoro e spicchi d’aglio. Ma, ahimè, non ho trovato tracce del pesce sfilettato che solitamente si utilizza per questo genere di pietanze, come gronghi, anguille, cernia, sogliola, nasello, scorfano, rombo, orata, gallinella e altri tipi dalle carni non troppo grasse e dal sapore delicato.

Invece c’era un solo scorfano e, per giunta, intero. Il piatto veniva presentato con uova sode, fette di melanzane e peperoni fritti, contrariamente alla ricetta originaria che prevede di guarnire il piatto con cozze e gamberetti lessati, insieme a mandorle tostate e tritate. I gusti sono gusti e non si discute, ma in questo caso sembra che la fantasia dello chef si sia liberata eccessivamente e in direzione inopportuna. Ovviamente nella cucina è ammesso mescolare vari elementi, siamo nel regno dove l’interpretazione personale è ampiamente concessa. Però ordinare un couscous di pesce e trovare nel piatto un’altra pietanza è tutt’ altra cosa.

Dispiace dirlo, trovo che sia stato uno scivolone e, per giunta, di non poco conto. Sarebbe stato più corretto descrivere le variazioni sul tema prima che il cliente ordinasse e lasciare a quest’ultimo facoltà di decisione.

Fra il prezzo pagato, la carta dei vini “povera”, la miscellanea di couscous con pesce e verdure, non posso che valutare l’esperienza con un voto che va al di sotto della sufficienza.

paolo rubera

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