Truffa del finto carabiniere, 29 persone arrestate in tutta Italia. Fenomeno diffuso nel siracusano
Truffa del finto carabiniere, vasta operazione dei Carabinieri ha smantellato un’organizzazione criminale, con base operativa e logistica nella città di Napoli, specializzata alla commissione di truffe in danno di anziani, con la tecnica del finto maresciallo.
Un fenomeno che ha colpito in maniera particolare anche la provincia di Siracusa con particolare riferimento alla zona montana e sud.
Ventinove le misure cautelari emesse dal Tribunale del capoluogo ligure nei confronti dei capi dell’organizzazione e dei materiali esecutori, che agivano su tutto il territorio nazionale.
Dietro all’organizzazione che truffava anziani in tutta Italia, sgominata dai carabinieri di Genova, secondo le indagini c’era una coppia, Alberto Macor e Marica Mastroianni, che coordinavano il “lavoro” delle varie batterie. I militari hanno eseguito 21 arresti in carcere, cinque ai domiciliari e tre obblighi di presentazione. Sono 54 gli episodi contestati (45 truffe andate a buon fine e 9 tentate) tra aprile 2022 e marzo 2024 per un valore di 700 mila euro. Tredici gli episodi sventati dagli investigatori che hanno recuperato soldi e gioielli per un valore di 90 mila euro.
Il modus operandi era sempre lo stesso: un finto maresciallo o un finto avvocato contattava le vittime al telefono dicendo che il figlio o il nipote aveva causato un incidente stradale con feriti gravi e per evitare l’arresto bisognava pagare una cauzione. Una volta carpita la fiducia del malcapitato di turno, il truffatore si presentava a casa dell’anziano per ritirare i soldi e i monili. Il trucco per evitare di essere scoperti era quello di tenere occupato il telefono in modo tale che la vittima non potesse essere contatta dal vero parente.
La coppia, è emerso dalle indagini, organizzava nei dettagli le modalità per la realizzazione delle truffe, predisponendo le diverse fasi (logistica, di supporto ed esecutiva): dalla prenotazione e pernottamento in B&b o in appartamenti alla organizzazione di veri e propri call center da cui effettuare le chiamate, fino al reclutamento dei telefonisti e trasfertisti, e i mezzi con cui raggiungere la zona. I truffatori partivano da Napoli la domenica per stare via una settimana. Per gli spostamenti, oltre a treni e taxi, usavano macchine noleggiate da agenzie compiacenti nel napoletano. Il collegamento tra i telefonisti a Napoli e i trasfertisti avveniva attraverso telefoni cellulari dedicati di vecchia generazione, con utenze intestate a cittadini extracomunitari irreperibili, oppure utilizzando smartphone in abbinamento a utenze intestate a teste di legno, comunicando solo mediante social network e chat varie.